“I diversi fornitori di cloud offrono diversi modelli di prezzo”, cube. “E una strategia multicloud consente alle imprese di ottimizzare i costi selezionando i servizi più convenienti per le loro esigenze”.
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Lefebvre sostiene che l’approccio di Vacationers al multicloud è consapevole, e che le soluzioni migliori per ogni carico di lavoro vengono decise caso per caso, comprese quelle che riguardano il mantenimento di carichi di lavoro specifici all’interno dell’azienda. Inoltre, osserva che il fatto di non affidarsi a un unico fornitore di cloud riduce il rischio di downtime e di perdita di dati, favorendo anche migliori opportunità di enterprise.
“L’accesso a una gamma più ampia di strumenti e servizi, comprese le funzionalità avanzate di AI e di apprendimento automatico, può favorire l’innovazione e migliorare i risultati aziendali”, spiega. “Tuttavia, la gestione di più ambienti cloud può essere complessa e richiede competenze e strumenti specializzati per garantire una sicurezza e una conformità coerenti e un’integrazione efficace di servizi e dati”.
Ciò si traduce, spesso, nell’applicare connettori forniti dai vendor per scambiare i dati da un cloud all’altro, strumenti di gestione dell’interoperabilità e, in molti casi, costosi integratori di sistemi per mettere insieme il tutto e garantire, soprattutto, che non ci siano perdite di dati.
Per Bob McCowan, CIO di Regeneron Prescribed drugs, l’adozione di un approccio cloud-nativo può aiutare a risolvere alcune sfide multicloud.
“Per le società che hanno abbracciato il ‘cloud nativo’, l’architettura e il design consentono di spostare il lavoro tra diversi fornitori senza sforzi significativi”, afferma. “Nella maggior parte dei casi questo fa parte di un gioco di continuità aziendale, ma è buona norma evitare di impegnarsi eccessivamente con qualsiasi fornitore, oltre a lasciare la porta aperta per passare a fornitori di cloud che possono offrire una capacità unica alla loro piattaforma”.
Dato il ritmo del cambiamento nel settore del cloud stesso, questa flessibilità può essere facilmente ripagata, cube McCowan.
“I fornitori di cloud si stanno facendo strada l’un l’altro e se la capacità, il costo o la portata globale lo giustificano, le imprese dovranno avere l’agilità di cambiare le cose”, sottolinea. “La rapida crescita dell’AI, con casi d’uso molto specifici, richiederà anche alle aziende di pianificare il cambiamento o di rischiare di legarsi alla tecnologia o al fornitore di cloud sbagliato”.
L’IA è diventata un gioco che cambia le carte in tavola sotto molti punti di vista, e sta portando i CIO a ripensare le loro strategie cloud. C’è molto da guadagnare sfruttando gli strumenti più recenti nel cloud pubblico e potendo effettuare dei cambiamenti in base alle necessità.
Tuttavia, Max Chan, CIO di Avnet, afferma che i chief IT non dovrebbero preoccuparsi di costruire un’architettura multicloud, a meno che non ci sia un’esigenza ben definita.
“L’interoperabilità del cloud pubblico è sempre più importante per l’implementazione della GenAI, ma se sia fondamentale o più un ‘good to have’ dipende dal caso d’uso specifico e dalle esigenze aziendali”, dichiara. “Le aziende con flussi di lavoro complessi che richiedono l’integrazione di dati e servizi da più fornitori di cloud, story interoperabilità è essenziale per un flusso di dati e un’integrazione di servizi senza soluzione di continuità. Tuttavia, per la maggior parte delle altre società che utilizzano un unico fornitore di cloud, l’interoperabilità potrebbe essere meno critica”.
E, nota Chan, la complessità aggiunta e i costi potenziali associati alla gestione di ambienti multicloud potrebbero superare i vantaggi per molte realtà aziendali.
Tuttavia, per tutte quelle che abbracciano il multicloud, gli occhi saranno puntati sui progressi dell’interoperabilità. Oracle ha fatto un grande passo in questa direzione, ma solo il tempo ci dirà se la domanda delle aziende costringerà i fornitori di cloud a costruire un’ulteriore interoperabilità direttamente nei loro cloud, o rischierà di perdere clienti.
Nel frattempo, ci sono molti strumenti e strategie di integrazione dei dati che i CIO possono utilizzare per rendere funzionale un ambiente ibrido e multicloud, precisa Nick Golovin, senior vp Enterprise Information Platform di CData.
Amazon, per esempio, consiglia ai clienti di utilizzare servizi propri come AWS DataSync, Glue, Athena e CloudWatch per consentire l’interoperabilità ibrida e multicloud. In un publish sul suo weblog di quest’property, AWS ha dichiarato che Phillips 66 ha ottenuto l’interoperabilità multicloud implementando il suo Managed Service per Prometheus, ma ha riconosciuto che per farlo funzionare è stato necessario implementare AWS Skilled Companies.
AWS ha anche indicato Elastic Container Companies ed EKS Wherever, nonché AWS Outposts Household e AWS Snow Household come strumenti aggiuntivi per consentire l’interoperabilità.
“I CIO e i responsabili delle decisioni sui dati possono creare una strategia completa di gestione per l’ambiente cloud ibrido, considerandolo come un ecosistema di dati e concentrandosi su aspetti quali l’integrazione, la qualità dei dati, la governance, la gestione dei dati grasp e quella dei metadati”, afferma Golovin.
“I fornitori di piattaforme cloud spesso forniscono elementi parziali di questi aspetti, quindi capire dove sono le lacune e sfruttare strumenti specializzati di terze parti per le funzioni critiche di gestione dei dati può aiutare a superare le limitazioni degli ecosistemi cloud proprietari, garantendo connettività e flessibilità senza soluzione di continuità”, conclude.